La storia

Il Forte di Ceva rappresenta una testimonianza storica di valore notevole nel campo dell’architettura militare e nel sistema fortilizio piemontese..

L’imponenza del sito e la sua doppia natura militare e religiosa Io rendono un bene di notevole interesse culturale, costituito da un intreccio di tematiche complanari e complementari legate ai differenti utilizzi e alla compenetrazione di funzioni che vi insistettero per gran parte della sua storia, fino alla demolizione definitiva avvenuta nel 1801 ad opera dell’esercito napoleonico.

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La componente militare e fortificatoria, costituita oggi in larga parte dai ruderi di bastioni, camminamenti e piccole porzioni delle casermette, si intreccia infatti con un secondo nucleo di manufatti, costituiti dai resti parziali di una chiesa romanica, e soprattutto dallo straordinario percorso ipogeo (sotterraneo) sviluppato all’interno della rocca sulla quale sorge il complesso, attraverso una serie di spazi fortemente suggestivi, scavati dall’uomo all’interno delle rocce, per ospitare quelli che si suppone essere da un lato passaggi e stanze di rifugio, impiegate durante gli assedi, dall’altra una serie di cappelle sotterranee uniche nel loro genere, affacciate sullo strapiombo che domina l’abitato di Ceva, e caratterizzate da un ciclo di affreschi di matrice Seicentesca, un altare e piccole nicchie. Ciò a prova di una duplice matrice militare – religiosa dell’area.

Si tratta complessivamente di un patrimonio straordinario, racchiuso in un unico sito che, proprio per tali motivi, definisce un percorso quasi unico nel suo genere, che intreccia a sua volta i due temi principali (militare e religioso), con una componente ambientale e paesaggistica notevole, caratterizzata da ampi spazi verdi e punti di allaccio panoramici che abbracciano tutto il territorio sottostante.

Si sviluppa così un percorso tra “luci e ombre”, tra spazi aperti luminosi e panoramici, e spazi interni più raccolti, entrambi coerenti ad una comune visione d’insieme, volta a condurre il visitatore attraverso un circuito che è prima di tutto sensoriale, e porta ad abbracciare l’ambiente così com’è, lasciandosi avvolgere dall’esperienza di spazi ad un tempo aperti e chiusi, luminosi e oscuri, militari e religiosi, in continua alternanza.

Per sviluppare l’idea di questo museo si è scelto di operare seguendo due direzioni principali: quella del percorso ambientale esterno, attraverso una passeggiata che ripercorre l’antico percorso di guardia e i bastioni del fortilizio, lasciando l’utente a diretto contatto con lo straordinario impianto paesaggistico caratterizzato da punti panoramici, sentieri verdi, e i resti dei manufatti allo stato di rudere, con l’unico ausilio di pannelli info – grafici per approfondimenti su elementi di particolare rilevanza o notizie sulla storia del Forte; un secondo percorso porterà invece dall’esterno all’interno della rocca e degli spazi ipogei, dove lo spazio si restringe e il museo diviene multimediale, con filmati e strumenti didattici interattivi in grado di restituire una seconda percezione sensoriale, più intima e quasi disorientante, che riporta poi nuovamente alla “luce” delle cappelle sotterranee, illuminate dalla grande vetrata a strapiombo. Qui il visitatore può ammirare l’apparato pittorico murale restaurato e trovare un momento di raccoglimento e riposo dalla camminata che lo ha portato a digradare dai bastioni agli spazi scavati nella collina, lasciandosi avvolgere da colori e sensazioni emanate dagli affreschi, per riprendere poi il suo cammino che, come quello di soldati e religiosi prima di lui, lo ricondurrà all’esterno, e alla conclusione della visita.

Il territorio delle Alpi Occidentali è stato oggetto nel corso dei secoli di una fitta attività fortificatoria, mirata ad impedire il transito lungo le valli alpine, assi di collegamento tra il nord ed il sud d’Europa, spesso utilizzate come canali di eserciti indirizzati verso lontani campi di battaglia. Perciò il possesso dei fondovalle ed il controllo dei valichi rivestiva un’importanza strategica fondamentale, e ciò spiega una così diffusa e visibile presenza militare sul territorio, che non ha paragoni in area alpina.

Resti della porta del forte

Molto spesso in un ristretto ambito territoriale si può osservare una stratificazione storica d’architettura militare che va dall’alto medioevo sino ad opere dell’ultimo conflitto, con interventi in genere di particolare pregio sia nel campo architettonico sia puramente estetico. Inoltre un particolare non trascurabile, stante la primaria esigenza mimetica, è che le opere in genere presentano un impatto minimo sull’ambiente circostante, dando vita ad una stretta simbiosi tra edificazione e siti naturali.

Prossimi aperture

Domenica 06/10

Aperto

Domenica 20/10

Aperto

Domenica 13/10

Aperto

Domenica 27/10

Aperto

Salvo eccezioni le visite si svolgeranno dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 alle 18.

Per informazioni e/o prenotazioni, segui i link sul sito o contatta il numero 0174/553069 oppure il cell. 389/2844372

Visite

dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
su prenotazione

Forte di Ceva